Trattato di biologia

 di ALEX

Prefazione dell’autore

Fin da piccoli ci siamo sempre posti la domanda: “è nato prima l’uovo o la gallina?”. I presocratici di solito affrontavano la questione procedendo ad absurdum. Supponiamo che l’uovo venga prima, di seguito mi aspetto la gallina, non certo la lingua salmistrata che è alquanto pesante. Poi venne Karl Popper, il quale detestava le omelette della sua governante e si rifiutò sempre di affrontare seriamente il problema. Sono queste le ragioni che mi hanno spinto a redigere un’opera che ci sveli i più reconditi segreti della vita e ci faccia capire che non è importante se sia venuto prima l’uovo, quanto piuttosto se sia fresco di giornata.

"Io sono freschissimo. E lei?"

Dedica

A Cindy, Debbie, Jane, Margie, Caroline, Martha, Lucy, Beverly, Carla, Sue, Mary, Maggie, Pam, Donna, Kim, Heather, Alodie, Darla, Louise, Sarah, Emily, Ashley, Alexis, Taylor, Megan, Brittany Judith e altre persone che hanno tenuto sempre alto il mio spirito. Chiunque ritrovasse una rubrica telefonica con i loro numeri è pregato di mettersi urgentemente in contatto con l’autore.

DARLA (ma a chi?)

Tomo I. I virus

Vi ricordate dell’altro giorno quando siete rimasti soli in ufficio con quella nuova stagista? Beh, i suoi occhi erano umidi, è vero, ma ciò non era dovuto all’emozione, come la vostra immaginazione vi aveva suggerito. Ora siete in casa, con la borsa del ghiaccio sulla testa e il termometro in bocca e vostra moglie sta recitando una giaculatoria contro le nefaste conseguenze degli impianti di condizionamento. In realtà, perfino vostra moglie è a conoscenza del fatto che i virus vengono trasmessi molto facilmente da individuo a individuo tramite le vie respiratorie, soprattutto quando queste vengono a trovarsi a distanza molto ravvicinata. Ma come agisce veramente un virus? Come può un essere tanto microscopico aver ragione di un uomo che, nonostante un accenno di adipe addominale e qualche radura nella chioma, sapientemente corretta da ciuffo di riporto con uso di pettine e idoneo prodotto, riesce tuttavia ad instaurare proficue cooperazioni con alcuni elementi dotati di contratto atipico, o a tempo determinato che dir si voglia, soprattutto quando si trova a dirigere la sezione reclutamento dell’ufficio personale di un’importante azienda del settore marketing e telecomunicazioni.

"Vuol dire che un virus può vincere così tanta possanza?"

La biologia ha oggi la risposta a questa domanda, che certamente molti dei suddetti addomino-pronunciati, paucicapelluti si sono più d’una volta posti a seguito delle loro scrupolose attività di tutoraggio. Il virus è forse la più semplice entità biologica che ci sia dato conoscere, ovviamente dopo l’amalgama encefalico che trova alloggio nella scatola cranica delle aspiranti a titolo di reginetta di bellezza, future protagoniste di palinsesti mediatici su network in chiaro, pay-tv, pay-per-view, digitale terrestre, satellitare e fibra ottica di nuova generazione. Tuttavia, quando questo microscopico essere si intrufola all’interno di una delle nostre cellule non c’è più verso di farlo uscire, un po’ come accade ad esempio con certi vicini di casa. Prendiamo la signora Chiudilbecco, l’inquilina del piano di sopra. L’altro giorno ce la vediamo arrivare con la scusa di dover recuperare una molla stendipanni e ci ritroviamo nostro malgrado ad ascoltare il dettagliato resoconto di tutte le operazioni chirurgiche subite dal suo cane negli ultimi due anni, un totale di sette, a quanto sembra, di cui l’ultima, particolarmente delicata, lo avrebbe costretto ad una degenza di alcuni giorni in una clinica specializzata. Deve essere stato il periodo in cui, non sentendolo più latrare, avevamo pensato ad una circostanza un tantino più risolutiva. Quali rimedi ci offre dunque la scienza per ovviare a tali inopportune situazioni. No, non intendevo le inopinate incursioni della Chiudilbecco all’esterno delle proprie mura domestiche, ma piuttosto le aggressioni virali che possono verificarsi a carico delle tranquille ed innocue cellule dell’essere umano. Innanzi tutto va ricordato il sempre valido concetto che la speranza è l’ultima a morire, infatti quando voi siete già belli e stecchiti la speranza degli eredi è ancora in pieno vigore, salvo poi spegnersi a poco a poco durante l’eventuale lettura del manoscritto testamentario, lasciando magari spazio a più o meno colorite discussioni circa l’interpretazione delle volontà vergate e siglate dal compianto, strappato ai propri cari dalla virulenta azione dell’agente patogeno. A proposito, volete sapere perché si chiama virus? E’ molto semplice, la parola viene dal latino vis, che significa forza. Infatti quando la mamma dice al bambino: “Hai preso un virus e per alcuni giorni non potrai andare a scuola”, il piccolo contrae le gote arrossate in un radioso sorriso ed esclama: “Forte!”.

"Forte un cavolo! Io oggi dovevo giocare a pallone!"

Tomo II. I batteri

Perché il formaggio di fossa che avete mangiato domenica nella trattoria con menù a prezzo fisso aveva lo stesso odore delle calze di vostro figlio al ritorno dal campo scout? Che cosa hanno in comune prodotti della tradizione gastronomica a denominazione di origine più o meno protetta e capi di biancheria che di bianco conservano ormai soltanto il nome a causa di un utilizzo non conforme alle raccomandazioni contenute nei rapporti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità? Fin dai tempi più remoti l’uomo ha imparato che il cibo non può essere conservato a lungo, e anche voi oggi, se non aveste il frigorifero, non potreste contare sulla conservazione degli alimenti, mentre quando vostro figlio invita gli amici a casa non potete contarci e basta. I responsabili di tutte queste cose sono esseri microscopici chiamati batteri, strane forme di vita che si trovano perfettamente a loro agio in ambienti ostili come sostanze in putrefazione, fanghi palustri e acque nauseabonde, nei confronti dei quali anche vostro figlio e i suoi amici, che a questo punto si differenziano dai batteri essenzialmente per una questione di taglia, sembrano non nutrire troppi pregiudizi. Un’altra cosa per cui i batteri si danno un gran daffare è l’infezione delle ferite e di altre zone del corpo. Un tempo questo provocava un sacco di fastidi, ma poi qualcuno scoprì gli antibiotici e da quel giorno le case farmaceutiche gli furono eternamente grate. Tuttavia, l’uso smodato degli antibiotici ha sollevato un problema ancor più preoccupante, e cioè l’insorgenza di forme di resistenza.

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In realtà questo fenomeno è piuttosto diffuso in natura e ci fa capire, tra l’altro, il motivo per cui il famigerato siparietto delle telefonate negli spettacoli televisivi mantenga tuttora una certa audience. Ma tornando ai batteri, la cosa più straordinaria è che sono incredibilmente piccoli, ricordo infatti che da ragazzo avevo un’enciclopedia, un’opera di grande prestigio che un signore molto zelante si era preso la briga di venirci a consigliare addirittura a casa, dove si diceva che un cucchiaio potrebbe contenerne un numero superiore a quello dell’intera popolazione mondiale. Non si conoscono altri esseri viventi che possano tollerare un tale affollamento, esclusa naturalmente la folla dello shopping natalizio, e non è un caso che il vostro cane, sempre pronto a scattare come una molla quando qualcuno di voi si avvicina per caso al guinzaglio appeso nell’atrio, durante le feste si rifiuti ostinatamente di accompagnarvi. E’ poi interessante notare come alcune reminiscenze di questo comportamento canino si riscontrino anche negli elementi maschili della specie umana, a testimonianza di una se pur lontana parentela tra l’uomo e il suo fedele compagno a quattro zampe. Sugli effetti nocivi dei batteri si potrebbero dire ancora molte cose, ad esempio che con la loro presenza in acque a divieto di balneazione pongono seri limiti allo sviluppo di importanti attività quali beach fitness, karaoke, aquascooter, tattooing e limonate, sia concrete che metaforiche. Ma nonostante il lungo elenco di aspetti negativi va anche detto che i batteri, veri o presunti che siano, possono essere molto utili all’uomo, poiché, come è noto, se frequentate una scuola media superiore e in vista degli scrutini di fine anno la professoressa di lettere, a dispetto di ogni plausibile previsione, decide di interrogarvi, un provvidenziale attacco dissenterico può sottrarvi ad una situazione la cui divulgazione in ambito famigliare avrebbe potuto diventare alquanto spinosa.

Verifica di arte

Tomo III. La cellula

L’olandese Antony van Leeuwenhoek è rimasto famoso per l’invenzione del microscopio, ma pochi sanno come si svolsero realmente i fatti. Egli aveva ricevuto in dono un telescopio e con quello si divertiva a osservare il cielo, ma poiché lo strumento si capovolgeva di frequente, alla fine, stanco della cosa, posò l’occhio sul tubo incurante del fatto che fosse rivolto verso i fili d’erba. Fu allora che, con suo grande stupore, notò che questi vegetali erano costituiti da tante ‘cellulae’, cioè piccole cellette, come del resto accade per altre forme della natura quali gli alveari e gli appartamenti dei condomini della cintura milanese.

"Altro che cellulae.. GUARDONE!!!"

Non è esagerato affermare che questa scoperta segnò l’inizio della biologia moderna e a conferma di ciò ogni studente di questa disciplina è oggi perfettamente consapevole che le conoscenze sulla cellula rappresentano il cardine dei suoi studi, escluso naturalmente l’ultimo capitolo, i corsivi e le didascalie delle figure, su cui nessuno ha mai sentito fare una domanda che sia una agli esami. In questi anni, le conoscenze sulla cellula si stanno accumulando ad un ritmo incalzante e non vi è forse un ramo del sapere in così forte evoluzione. Questo continuo rimodellamento delle conoscenze porta talvolta all’insorgenza di piccoli equivoci, come può essere facilmente verificato con un semplice esperimento. Se vi recate in un negozio di parrucchiera, magari il sabato pomeriggio, in un momento in cui la presenza femminile si esprime ai massimi livelli e, approfittando di un momento di pausa, e questo è l’aspetto tecnico più delicato della prova, introducete nella discussione la parola ‘cellula’, vi accorgerete che il discorso si sposterà rapidamente sull’argomento ‘cellulite’, che ha con il suddetto termine solo una vaga attinenza. Questa deriva dialettica diffonderà rapidamente sotto il ronzio dei caschi, promuovendo un vigoroso dibattito fra sostenitrici di centri di estetica, istituti fisioterapici, stazioni termali e ovviamente guru di foggia orientale pronti a mettere la loro saggezza a disposizione di coloro che versano in gravi difficoltà e magari preferiscono fare a meno di un talloncino di quietanza, peraltro non deducibile, pur di contenere il peso economico dei propri problemi. La cellulite è infatti uno dei principali problemi che attanagliano oggi l’umanità, dato che un certo numero di persone sognano di liberarsene, mentre un numero ancor più grande sognano di esserne un giorno finalmente afflitti.

Davvero un problema totalizzante..

A questo punto è lecito chiedersi se l’enorme massa di dati di cui ormai si dispone, sia in grado di risolvere questi e altri inconvenienti. Possiamo forse sperare che in un prossimo futuro potremo spostare la lancetta della suoneria della sveglia di una tacca avanti? Che saremo in grado di attivare in automatico il segnale di linea occupata quando qualcuno telefona per un sondaggio di mercato? Che cadrà definitivamente in disuso la consuetudine di organizzare le festicciole di compleanno tra gli amichetti della scuola materna? Il raggiungimento di simili traguardi è per ora al di fuori della nostra portata, ma se guardiamo in altre direzioni, per esempio alla clonazione, le ricerche in atto lasciano intravedere grandi cose. Avete presente il protagonista, o la protagonista, a seconda che apparteniate alla gentile o virile schiera del genere umano, di quella straordinaria opera che si snoda quotidianamente sui piccoli schermi di casa nostra, siano essi catodici, a matrice attiva o al plasma? Perché accontentarsi di un esemplare unico? Perché non duplicare, o magari moltiplicare questi straordinari interpreti dell’arte drammatica, affinché i nostri pomeriggi, trascorsi con ferrea determinazione nell’accurato appianamento di panni detersi, possano essere allietati dalla loro presenza senza soluzione di continuità. E’ pur vero, tuttavia, che una considerazione bioetica a questo punto si impone. Le risorse tecnologiche per simili interventi sono infatti ancora limitate, mentre gli ambiti in cui operare sono molteplici, come testimoniano chiaramente le pagine delle più quotate pubblicazioni periodiche che si occupano di costume, possibilmente da bagno. Tale questione, semplice solo in apparenza, resta tuttora irrisolta e promette di diventare una delle più affascinanti sfide della biologia moderna.

NOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!

Tomo IV. La genetica

Lo studio della genetica ebbe storicamente inizio con gli esperimenti del monaco boemo Gregor Mendel, il quale trovò che non tutte le razze di piselli erano equivalenti nella preparazione della zuppa. Dopo varie e reiterate rimostranze dei confratelli riuniti attorno al desco, il frate fu costretto a passare alla zuppa di carote, decisione che venne salutata con grande soddisfazione da vari ordini religiosi della Moravia meridionale, i quali vennero poi per questo motivo accusati, forse a torto, di oscurantismo clericale. Dopo un lungo periodo di oblìo, gli esperimenti genetici vennero rivalutati e si assistette al fiorire della sperimentazione, soprattutto grazie all’affinamento delle tecniche di incrocio riproduttivo. L’interesse verso questo tipo di indagini arrivò al punto che si tentarono gli incroci più arditi, come quello di un grande luminare dell’epoca che si propose di realizzare l’accoppiamento tra la specie felina e quella canina. Il risultato fu un individuo di sesso femminile a metà strada tra un cane e un gatto, una cagatta per l’appunto, come gli fecero osservare i suoi più stretti collaboratori, il che sembra abbia indotto lo scienziato ad abbandonare definitivamente questo tipo di ricerche.

Una cagatta pazzesca!

Successivamente vennero compiuti ulteriori progressi e il campo è oggi dominato dagli studi sugli organismi geneticamente modificati. I vantaggi potenziali di questo settore sono enormi. Si pensi ad esempio alle galline. Se si intervenisse opportunamente in modo da far loro deporre patate anziché uova i produttori di pollame potrebbero mettere in commercio sia il pollo che il contorno, con evidenti vantaggi vuoi a livello di distribuzione che di consumo. E che dire dell’uva, disponendo di vitigni con grappoli misti composti da acini e olive i produttori potrebbero fornirci la ricarica completa dell’oliera da tavola. La gamma delle possibilità a questo punto non ha limiti e il futuro è già alle porte, ed è un futuro che riguarda l’uomo in prima persona. Genetica e riproduzione formano un binomio inscindibile, e la procreazione umana è ormai giunta ai limiti di una nuova frontiera. Tutti sappiamo che il ruolo della donna nella società è cambiato radicalmente e di conseguenza i tradizionali nove mesi della maternità possono diventare un impiccio non trascurabile. Basti pensare alle variazioni di tendenza nei mercati azionari e valutari, alle offerte last-hour dei tour operator, alle grandi svendite e ai cellulari di nuova generazione, tutte opportunità da cogliere al volo per le quali è necessaria una prontezza di intervento non compatibile con lunghi periodi di inattività. Fortunatamente la ginecologia ha compiuto passi da gigante e oggi è finalmente possibile evitare i suddetti inconvenienti della gestazione tramite tecniche avanzate quali il prestito dell’ovulo e l’affitto dell’utero, mentre nei paesi più progrediti si sta ormai diffondendo il puerperato a nolo ed è iniziata la sperimentazione per l’allevamento dei figli su commissione, una tecnica rivoluzionaria che secondo gli esperti consentirebbe di giungere fino alla pubertà, alla maturità e secondo i più ottimisti coprire anche l’eventuale servizio militare e i preparativi per il matrimonio. Ma questo non è tutto, in un giorno ormai prossimo venturo le caratteristiche degli individui non saranno più frutto dell’assurda ricombinazione casuale dei tratti dei genitori, spesso affetti da vizi e difetti di ogni tipo, come ciascuno può constatare dalla foto del proprio coniuge e in modo ancor più evidente da quella dei genitori del proprio coniuge. Al contrario, l’individuo potrà essere accuratamente modellato secondo una ben precisa progettazione e ciò segnerà l’inizio di una nuova era, fatta di persone belle, intelligenti, sincere, generose e leali. Questa radiosa prospettiva è tuttavia parzialmente oscurata dal profilarsi di un problema: come sceglieremo, a questo punto, le persone a cui affidare incarichi di alta responsabilità e di governo?

colture in vitro?

Tomo V. La teoria dell’evoluzione

Tutti pensano che Charles Darwin si sia imbarcato sul brigantino “Beagle” per cercare in giro per il mondo una risposta alla sua teoria sull’evoluzione. Tuttavia, a seguito del rinvenimento di documenti contabili dell’epoca, si affaccia l’ipotesi che altre ragioni potrebbero aver contribuito a indurre il giovane Darwin a trascorrere un lungo periodo nei mari, all’epoca poco trafficati, della cintura tropico-equatoriale. In ogni caso, qualunque sia stata la spinta che condusse l’illustre naturalista a compiere questo viaggio, resta il fatto che da tale impresa scaturì una delle teorie più rivoluzionarie mai formulate nella storia della scienza, nota ai più grazie alla famosa frase “L’uomo discende dalla scimmia”. A dire il vero, molti sono i dubbi e le perplessità che a tutt’oggi rimangono circa questa visione dell’essere umano e in effetti anche noi, quando scorgiamo la top model dei nostri sogni in posa vieppiù ammiccante, ostentante e quasi sporgente dalla copertina di una nota rivista di costume, sempre da bagno ovviamente, non possiamo fare a meno di dubitare. Ma se il nostro occhio, leggermente inebetito da un’avida cattura di dettagli anatomici, si posa indi casualmente sul giovinastro che tiene in mano la rivista di cui sopra e in particolare sui tratti del suo volto e sul meticoloso lavoro delle sue dita in varie concavità che di quei tratti sono parte, allora ecco che nella nostra mente si fa nuovamente strada un pensiero in favore dell’idea darwiniana.

Nuove prove a favore del darwinismo

Va detto inoltre che nel corso degli anni sono state accumulate evidenze scientifiche inconfutabili, di cui forse la più nota e sbalorditiva è la possibilità per l’uomo di parlare con le scimmie mediante il linguaggio dei segni. Questa notizia ha suscitato notevole scalpore nel grande pubblico, soprattutto in coloro che riescono a fatica a stabilire una minima forma di comunicazione con i figli quattordicenni. E’ interessante quindi esaminare un dialogo realmente svoltosi in uno dei laboratori impegnati in queste ricerche:

Uomo: Ciao Buzz.

Scimmia: Ti ho detto di non chiamarmi Buzz.

U.: Questa è una palla.

S.: Lo sei anche tu.

U.: E questa è una caramella.

S.: Tu e tua sorella.

U.: Se mi dici il colore della palla ti do la caramella.

S.: Se mi presenti tua sorella forse non ti do un cazzotto.

U.: Bravo Buzz, la palla è blu.

S.: Bravo scemo, ora lo è anche il tuo occhio.

Il linguaggio analogico di Buzz

A questo punto si ritenne di sospendere l’esperimento per consentire all’animale il dovuto recupero dopo l’intenso sforzo intellettivo. Sulla base di questi straordinari risultati è difficile contestare l’esistenza di una stretta parentela tra l’uomo e la scimmia, ma è altrettanto difficile ignorare le profonde differenze che ci dividono dai nostri cugini quadrumani. Uno degli aspetti che meglio identificano gli organismi superiori sono le cure parentali ed è proprio qui che emerge con chiarezza il netto divario tra essere umano e primate antropomorfo. Vi sarà certamente capitato, durante le festività, di trascorrere un pomeriggio nel caldo tepore degli affetti famigliari e dopo varie discussioni tra zie, nonne, generi e cugini in seconda, di trovarvi ad assistere a un avvincente documentario sui comportamenti sociali dei bonobo del Congo meridionale. In tali circostanze è apparso a tutti evidente il chiaro istinto materno delle femmine provviste di prole, le quali dedicano buona parte del tempo a nutrite i piccoli, a ripulirli dai parassiti e perfino a rimproverarli bonariamente quando fanno i monelli. Nonostante la complessità di tali comportamenti, la loro primitività salta inevitabilmente all’occhio quando essi vengano confrontati con analoghe manifestazioni della specie umana. Per farsi un’idea di ciò è sufficiente recarsi presso un qualsiasi parco giochi cittadino in un tiepido pomeriggio primaverile, dove sarà possibile osservare giovani signore che sperimentano gli effetti di dosi consentite di nicotina, che leggono le più recenti notizie biografiche delle famiglie reali europee, oppure opere letterarie imperniate sulle vicende di piloti coniugati e hostess single durante soste di volo presso destinazioni turistiche degli arcipelaghi dell’Oceano Pacifico, che affrontano discussioni tese a stimare i patrimoni immobiliari acquisiti da loro conoscenti a seguito di convolamento a nozze con affermati professionisti e che, quando qualcuno le interpella dicendo “Signora, scusi, è suo quel bambino che è salito sulla cancellata?”, si voltano verso l’insolito interlocutore con sguardo lievemente assente in perfetto stile holliwoodiano, dirigono il volto ancora atteggiato a profumata bomboniera nella direzione indicata dallo sconosciuto, si rendono improvvisamente conto della necessità di un loro tempestivo intervento e di conseguenza, convogliando le energie testé profuse in esami redditometrici verso il diaframma e le corde vocali, lasciano partire un’esclamazione del tipo: “Mattyiiiiii, cretino, scendi subito di lìiiiiiiiii!!”, impostando frequenza e intensità sonore a valori sufficientemente elevati affinché possano essere facilmente recepiti dagli organi uditivi, non ancora giunti a completo sviluppo, dell’impavido fanciullo. Ma la teoria darwiniana non si ferma certo alle origini dell’uomo, come un tappeto volante essa si porta via la nostra immaginazione e la conduce verso il futuro, alla ricerca degli esseri che si evolveranno dalla specie umana, consentendoci di formulare le ipotesi più ardite. Come saranno questi esseri? Avranno forse un numero dispari di braccia o di gambe, o magari un numero pari di teste o di altri accessori anatomici? Potranno fare a meno del codice fiscale? E, cosa ancor più inverosimile, ma non per questo scientificamente impossibile, potranno sposarsi senza stilare una lista di nozze sotto l’attenta guida delle consuocere?

Bisogna che tutto evolva, perchè tutto rimanga uguale (consuocere comprese)

Tutte queste domande troveranno una risposta certa fra non più di qualche centinaio di migliaio di anni. Chi sarà presente avrà il privilegio di sapere. Chi si sarà stufato nel frattempo: peggio per lui.

( Vignette di Aglaja )