LA BANALITA' DEL MALE

di Enzo Costa

 

 

“Dobbiamo anche dissimulare la nostra preoccupazione per non spaventare di più i bambini”: questo passo del toccante racconto di Luigi Pastore sulla folle violenza al Ferraris, mi ha evocato la scena de “La vita è bella” in cui l’ebreo-Benigni, per preservare il figlioletto dal Male del lager, gli fa credere che la ferocia nazista sia un gioco. Certo, quella era una tragedia epocale, qui “solo” una partita rovinata da pochi cretini. Ma, specie nei nazionalismi più ottusi, ogni minima tenebra può essere un presagio di inferno.

Repubblica Genova 14/10/2010

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