I Semifreschi

(Enzo qua e là)

 

 

CONSIGLI (NON RICHIESTI)

 

A VELTRONI

 

 di Enzo Costa

 

 

 

 

 

S’io fossi Walter, continuerei così. Come ha fatto fin dai suoi primi interventi pubblici, nelle piazze, nei teatri e in tivù, seguiterei ad usare l’espressione “correre liberi” e non “da soli”. E proseguirei a utilizzare un linguaggio semplice ma non semplicistico, capace di parlare alle persone senza mai trascurarne ansie e paure ma al tempo stesso senza mai vellicarle, trasmettendo una visione del futuro che però non rimuova le difficoltà del presente ma le faccia sentire condivise e superabili. Ma, s’io fossi Walter, userei anche qualche accortezza comunicazionale in più: innanzitutto, non avrei timori ad essere ripetitivo e comparativo, specie in televisione. Non scorderei che l’elettorato è costituito anche e soprattutto da persone che leggono poco o nulla, e si formano un’idea attraverso il video (sappiamo, tra l’altro, controllato in gran parte da chi): come purtroppo insegna la destra, che questo tipo di elettorato ha plasmato, davanti a teleutenti spesso distratti e smemorati, occorre dire e ribadire, scandire più volte, in ogni occasione, i concetti o le proposte che si vogliono fare arrivare: i berlusconidi questo – spesso e volentieri – lo praticano con le loro bufale propagandistiche. Tanto più giusto e utile farlo con la verità. Per esempio: il Pd ha deciso di non candidare chi è stato condannato o è sotto processo per gravi reati (mafia, corruzione, concussione): un’idea forte, in grado di colpire molti cittadini, a patto che la si sottolinei a dovere. E invece, dopo l’annuncio iniziale di qualche settimana fa, non viene più rimarcata. Eppure, aveva messo in imbarazzo la destra, tanto che il buon Bondi si era affrettato a diramare un’affannata direttiva ai coordinatori regionali affinché provvedessero a fare altrettanto, salvo i casi di conclamati “processi politici”. Postilla risibilissima, quest’ultima, e da additare tuttora, ma ancora di più andrebbe fatto notare come la direttiva bondiana sia stata disattesa, ben al di là di ogni possibile estensione del concetto di “processo politico”. Eccole, la ripetizione e la comparazione che praticherei: ad ogni mia partecipazione ad un talkshow elettorale, premetterei alla risposta a qualunque domanda iniziale, questa dichiarazione: “Vorrei ricordare agli elettori che noi del Partito Democratico non candidiamo condannati o processati per mafia, corruzione e concussione, mentre il Popolo della Libertà – che subito aveva assicurato di fare altrettanto – non lo ha fatto”. Lo direi e lo ridirei, s’io fossi Walter (o qualsiasi candidato del Pd). Sarebbe giusto. Sarebbe utile.

E poi, aiuterei chi mi segue da casa a fare mente locale sul governo Berlusconi 2001-2006, premettendo in modo didascalico che sostanzialmente è lo stesso governo che la destra riproporrebbe se vincesse: per esempio, specie in caso di presenza nello studio televisivo del Fini o del Tremonti sfacciatamente sprezzanti di questi giorni, rammenterei ai telespettatori più o meno immemori che quello che la destra oggi dipinge come un governo mirabolante fu – tra l’altro – un governo devastato da profondissime divisioni: ricorderei più specificamente che, a fine 2004, alla vigilia della Finanziaria, un inviperito Gianfranco Fini chiese ed ottenne la testa del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, da lui accusato di una conduzione spericolatamente creativa delle finanze pubbliche. “Eccoli” direi rivolgendomi direttamente ai teleutenti “quelli che ora vi raccontano che loro lavoravano bene e in modo coeso: si scontravano a tal punto che uno fece cacciare l’altro, che venne rimpiazzato da Siniscalco, a sua volta poi dimissionato per far rientrare il già sfiduciato Tremonti, la cui opera economica – nel frattempo – aveva ricevuto una solenne bocciatura dall’Europa, con tanto di procedura di infrazione avviata contro l’Italia, procedura oggi revocata grazie a quel governo Prodi che i due feroci litiganti di allora adesso vituperano! Come potete fidarvi di chi – oltre ad aver condotto il Paese sul baratro – oggi fa finta che ciò non sia mai successo, e spera vi siate dimenticati delle furibonde litigate di cui fu protagonista?”. E ancora, s’io fossi Walter (o qualsiasi candidato del Pd) direi: “Ma come potete credere a Berlusconi che oggi si mostra preoccupato per i salari bassi degli italiani, quando ancora nel 2005 e a inizio 2006, a salari già fermi da cinque anni, da capo del governo negava categoricamente ci fossero difficoltà economiche per i cittadini, sostenendo che si stava bene perché tutti avevano tre cellulari a testa, e aggiungendo che la sinistra – vi prego di credere che disse proprio così – piazzava sugli autobus finti pensionati incaricati di lamentarsi del governo?”. La feroce litigiosità tra Fini e Tremonti, la garrula noncuranza di Silvio sgovernante per i disagi economici degli italiani: due elementi rimossi. S’io fossi Walter (o qualsiasi candidato del Pd) li ricorderei di continuo. In ogni occasione. Sarebbe giusto. Sarebbe utile.

E ancora, direi qualcosina in più sull’informazione televisiva. Ad esempio questo: “Vi ricordate che – dopo l’editto di Sofia emesso da Berlusconi – vennero cacciati dalla Rai Biagi e Santoro? Ecco, tenete conto di questo: quando governava la destra, due grandi giornalisti vennero messi a tacere. Arrivato Prodi al governo, sono tornati nel servizio pubblico. Biagi – purtroppo – appena in tempo prima di lasciarci. Santoro ha ripreso là dove era stato interrotto, mostrando i problemi e i disagi del paese in questi due anni di governo dell’Unione, cosa che la destra a Palazzo Chigi gli aveva impedito di fare. Tenete conto della differenza”. L’insofferenza e la censura della destra al governo per le voci critiche e libere: s’io fossi Walter (o qualsiasi candidato del Pd) non smetterei di rammentarle. Sarebbe giusto. Sarebbe utile.

Infine, accentuerei quella già efficace visione che citavo all’inizio, la visione positiva, di un Paese dalle mille potenzialità e dai mille talenti, delineando a chi mi ascolta anche il Paese che non vorrei: non vorrei un Paese in cui si propagano i disvalori dell’apparire, del successo facile, dell’arricchimento a tutti i costi, del lifting come modello di vita, del consumismo più sfrenato, della cultura vilipesa dai reality show. Certo, per molti questi non sono disvalori: ma – se adeguatamente descritti – vengono recepiti come tali dalla maggioranza degli italiani. E, guarda caso, sono disvalori veicolati dalle televisioni di colui che la destra oggi propone di nuovo come Premier: s’io fossi Walter (o qualsiasi candidato del Pd), sommessamente, lo farei notare.

 

 

"Ok, Enzo: we can! (speremmo..)"

 

 da L'Unità, 21 marzo 2008

 

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INDICE:

 

200) Consigli (non richiesti) a Veltroni NEW

 

199) Carlitalia NEW

 

198) Statista stadista NEW

 

197) Coliche elettorali

 

196) Tragicalcio

 

195) Il contratto e quel notaio distratto

 

194) Abusi e costumi

 

193) Inedito al Cibali

 

192) Lallallero

 

191) Posticipo poetico

 

190) Porta a porta e la memoria corta

 

189) Che cavaliere!

 

188) Malato terminal

 

187) Walter ego

 

186) Scorie d'oggi

 

185) Ira de Dios

 

184) Toponomistica

 

183) Fenomeno spottivo

 

182) Zero e mezzo

 

181) Capello tosato

 

181) Manon buttarti giù

 

180) Campione bidone

 

179) Libertà dall'intercettazione

 

178) Berlusconi, la Rai e il silenzio di Berti

 

177) Palla lunga e cellulare

 

176) Cavaliere di mare

 

175) Fabio Hair

 

174) Cuius regio eius prodigio

 

173) Fausto finale

 

172) Chi soffia sulla xenofobia

 

171) Prevedo nero

 

170) Lento soccorso

 

169) L'antidepressivo per il popolo

 

168) Fischietto bulgaro

 

167) Le mani libere

 

166) Cronista allarmista

 

165) Una moviola io vorrei

 

164) Il mantra di Silvio (...se lo dice la tv)

  

163) Senta un Bo

 

162) Fenomeno futuribile

 

161) Preghiera padano-ligure

 

160) I gol dell'Auditel

 

159) Toh, il pensionato torna protagonista al TG5

 

158) Niente di nuovo sotto l'Acquasola

 

157) Di padre in figlio

 

156) Epitaffio di un duro e puro

 

155) L'audace colpo del blogger Adinolfi

 

154) Io un mio leader ce l'ho: si chiama Flavia

 

153) Picconare stanca

 

152) Bua scozzese

 

151) Apocalypse in progress

 

150) Galliani mi perdoni

 

149) Reo confesso -day

 

148) Porno subito

  

147) Per un partito democritico

 

146) Crinaldo

 

145) Elegia del lavavetri

 

144) Quella particolare coincidenza

 

143) Calcio miracolo

 

142) Diario d'agosto

 

141) Chi va piano Valentino

 

140) Che bella RAI3 che non chiude per ferie

 

139) Torna a casa Musso

 

138) G8 "1 a 0"

 

137) Io, Gabriel e il fan(ciullino)

 

136) Sto affresco

 

135) Diaz Irae

 

134) G8 graffiti

 

133) Chiari di luna

 

132) Sorpresa in tv: è tornata l'informazione

 

131) Sceso in piazzetta

 

130) Metterci una piazza

 

129) Esentosse

 

128) L'Onnipotente

 

127) Senza Fine

 

126) Diritto di interessi

 

125) Come non verdetto

 

124) Cellularbitro

 

123) Mistero Oliveri

 

122) Moggi e domani

 

121) Andante Musso

 

120) Conciliato lieto

 

119) Mutu perpetuo

 

118) Burdisso da orbi

 

117) Cavalier pallonaro

 

116) Ma cos'è questa crisi?

 

115) Teletornelli cercasi

 

114) Vieta Antonio!

 

113) I PACS, l'ossessione omosex e l'astuto Vespa

 

112) Fenomeno espanso

 

111) Il masomister

 

110) Prode trainer

 

109) Lo zut zut salvato

 

108) Lega calcio

 

107) Arbitro invenduto?

 

106) Mister cortese

 

105) Gea sbendata

 

104) Caso clinico

 

103) FIFAlien

 

102) Merenguetudine

 

101) L'imperatore del cantiere

 

100) Coming late

 

I primi 99 semifreschi