Speciale ELEZIONI REGIONALI 2005

 

E ALL'ORA X LE TV PERDONO IL MATTATORE

di ENZO COSTA

Primocanale è il primo canale a partire con la diretta elettorale (previa originalissima replica del tg delle 14 alle 14,15), o forse no: Telenord e Telegenova – contemporaneamente – irradiano fantasmagoriche televendite: e lì per lì pare la continuazione della politica di Biasotti con altra merce. Pendole e croste d’autore al posto di terzi valichi e istituti tecnologici in offerta speciale. Ma poi si incomincia sul serio, e al primo exit poll delle 15 (53 a 46 per Burlando) tocca al diessino Simone Farello su Primocanale l’ingrato ruolo dell’euforico malcelato e scaramantico. Lo assolve alla grande citando Mina: “Se i risultati sono questi, e sottolineo se”. Ma si vede benissimo che in testa ha un’altra Mina in salsa Tony Renis: “Grande! Grande! Grande!”. Intanto sul Tgr il forzista Alberto Gagliardi si aggrappa alla percentuale dei votanti per minimizzare la disfatta che aleggia. E quando Eliana Miraglia lo fulmina informandolo che non è poi così bassa, sbarella subito: il risultato? “E’ un ritorno al passato!”. La colpa? “Dei sindacati, delle cooperative, di sedicenti industriali!”. Scommetto che davanti al video migliaia e migliaia di proletari sedicenti e non stanno esultando. A quel punto l’amorevole Paolo Zerbini tenta di soccorrerlo: in fondo – lo consola – il centrodestra è “molto confermato per esempio in Lombardia e Veneto”. Dove il “per esempio” in realtà – a quel punto degli exit polls – andrebbe sostituito da “solamente”: a livello nazionale siamo 11 a 2 per il centrosinistra. Da qui il giramento di testa del leghista Bruzzone: grazie a Biasotti – garantisce ai microfoni del tg regionale – la Liguria “è una regione che è rinata!”. Poi – presumo – lo portano via. Ma Zerbini ci riprova col balsamo: “Berlusconi aveva quasi azzeccato il pronostico: 9 a 5”. E siamo sempre 11 a 2. Massimiliano Costa però su Telecittà raccomanda cautela evocando scaramanticamente le mitiche bandierine di Emilio Fede infauste per la destra. E centinaia di migliaia di teleutenti di sinistra si toccano l’indicibile.

Anche il premier era in collegamento..

Inizia di lì a poco un nuovo gioco nel centrodestra: lo scaricaBiasotti. “La politica torni ad occupare lo spazio che gli compete!” auspica amareggiato il forzista Ottonello, che mentre butta giù dalla Reggia di De Ferrari il fu teleGovernatore, scardina pure l’italiano usando “gli” al posto di “le”. Sempre più lucido di Gagliardi, che adesso nel telegiornale regionale si aggrappa a Riccobaldi: il quale – a naso – non mi pare un tipo che sopporti i placcaggi, tanto più ora che soffre di coliche renali. Ed ecco su Primocanale il biasottiano Aldo Siri che – a sua volta – scardina l’inglese, parlando di un misterioso “exispol”. Ma poi ha una folgorante ispirazione poetica: il pericolante Biasotti? “Speriamo che con un colpo d’ala finale possa tagliare il traguardo!”. Che la cravatta arancione d’ordinanza da lui sfoggiata sia pure allucinogena? Lo scaricaBiasotti prosegue allegramente con Castellaneta: “Ho dovuto schierarmi da quella parte!”. A lui – già presidente dell’Ordine – gliel’avrà prescritto il medico? E subito dopo – tra l’alberghiero e il bucolico – censura così la campagna elettorale destrorsa: “Siamo sempre stati qua, tra Palazzo Ducale, lo Star Hotel e il Jolly Marina! Dovevamo andare sulle alture!”. Poi se ne va, non so se ad iniziare l’arrampicata. Mentre Stefano Zara ammonisce a non ripetere l’errore di Emilio Fede con le bandierine (e centinaia di migliaia di teleutenti di sinistra si ritoccano l’indicibile), il fu assessore Morgillo sentenzia: “Il centrosinistra non deve cantare vittoria!”. Ma visti i risultati non si consiglia nemmeno l’autofustigazione. E indovinate un po’ cosa fa a mo’ di gesto scaramantico Massimiliano Costa? Raccomanda prudenza, rammentando l’errore delle bandierine di Fede (e centinaia di migliaia di teleutenti di sinistra rasentano l’onanismo). Subito dopo si sfiora il kamasutra: “Voglio vedere il combacio tra la Margherita e Rifondazione Comunista!”: posizione spericolata auspicata – nomen omen – dal nazionalalleato Scosceria. Il biasottiano Catrambone assicura: “Non invidio Burlando”. A naso mi sa che il burlandiano Burlando non invidia Catrambone.

E mentre Castellaneta torna dalle alture, Nucci Novi Ceppellini cade dalle nuvole e il consumatore Truzzi si consuma per mollare Biasotti e corteggiare Burlando, alle 18,29 su Primocanale si materializza Claudio Burlando. Sprizza l’euforia di uno Zeman col mal di denti. Forse vuol dire che ha vinto. Sandro Biasotti non si è ancora visto. Forse vuol dire che ha perso.

L'ultimo faccia a faccia

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Il Lanternino

 

ANDY'S END

di Enzo Costa

Eppure venerdì aveva giocato l'ultima carta: lo schema "Andy Luotto".

Il giorno in cui I candidati avevano concordato la moratoria dei comizi, si era piazzato nell'inquadratura alle spalle prima di Pisanu e poi di Sirchia in blitz elettorale.

Per il look irsuto e per l'espressione di vuoto compiacimento, pareva proprio Andy Luotto, il buffo tipo silente del primo Arbore, incravattato d'arancione. Ma a Biasotti non è servito.

I teleutenti, vedendolo, hanno votato Burlando.

Andy, pronto sul set, aspetta ancora che passi qualcuno..

da Repubblica-Il Lavoro 05/04/2005

 

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