I Semifreschi

(Enzo qua e là)

 

 

PORTA A PORTA E

 

 

I SONDAGGI VIA COL VENTO

 

 di Enzo Costa

 

 

 

Non escludo affatto di sbagliarmi, di aver rimosso la cosa, di avere una memoria più labile di quella dello Smemorato di Cologno di fiorelliana memoria, se non di Gianfranco Fini (quello che bollò come “comiche finali” il partito del predellino dello Smemorato di Cologno autentico, e che ora gli scodinzola dietro, dopo aver proclamato per il 13 aprile la Festa della Liberazione, per la gioia immemore sua e della nipotina di colui da cui l’Italia grazie al cielo si liberò sul serio il 25 del mese medesimo). Insomma, se ricordo male, sono pronto a rettificare, fatto sta che – per quanto mi sforzi – non riesco a rammentare, da fedele telespettatore di Porta a Porta, che due anni fa, di questi tempi, le puntate elettorali della trasmissione ospitanti i principali candidati al governo prevedessero un elemento oggi costante: la rassegna integrale dei sondaggi sulle intenzioni di voto. Eppure, a ben pensarci, la situazione era specularmente identica o quasi: chi aveva governato in quella legislatura risultava, da pressoché tutte le rilevazioni statistiche, in svantaggio; di conseguenza, chi era stato all’opposizione veniva accreditato di parecchi punti percentuali in più. Situazione simile ad oggi, per l’appunto, ma a parti invertite: allora il centrodestra era indietro, e il centrosinistra davanti. Una differenza piccola, ma non irrilevante, è che l’inseguitore del 2006 (Berlusconi) negava fin da subito di essere in svantaggio, e lo faceva definendo (impunemente, ça va sans dire) falsi e comunisti tutti i sondaggi tranne quello da lui mai ben esplicitato, di origine americana, che a suo vaghissimo dire lo dava testa a testa con l’avversario. Mentre l’inseguitore del 2008 (Veltroni) parla da un po’ della rimonta in corso (effettivamente attestata da diverse ricerche), e adesso aggiunge che potrebbe non essere colta del tutto dai sondaggi, senza però mai disconoscere la regolarità dei loro metodi di rilevazione, anche di quelli dai risultati meno favorevoli, che lo piazzano distante dall’avversario.

Ma la differenza davvero significativa – sempre che la memoria non mi tradisca – è, lo accennavo poc’anzi, questa: Porta a Porta due anni fa non faceva quello che fa oggi. Vale a dire non affidava all’affabile Renato Mannheimer un periodico bollettino dei sondaggi, non solo di quello realizzato dal suo istituto (che di solito per Veltroni registra un maggiore recupero), ma anche di tutti gli altri, debitamente illustrati da una grafica eloquente, che – partendo dal dato scritto sul partito dell’ospite di turno – consente a ricercatore e conduttore di dire e ribadire la distanza che lo separa dal dato del partito avversario. E l’impatto è notevole: ha voglia, chi insegue, a sottolineare la rimonta (più o meno marcata): l’effetto visivo e sonoro di quel sistematico panorama sondaggistico è – puntata su puntata – una sorta di riaffermazione d’ineluttabilità: il Pdl è in vantaggio, il Pd è in ritardo. Non sto qui a questionare sull’attendibilità di queste rilevazioni. Né a far presente come il ripeterle ossessivamente, con tanto di tabelle a tutto schermo, possa giovare all’esito che esse ad oggi prefigurano, persuadendo i molti incerti sull’inutilità di votare per chi è sempre distanziato (come si dice, l’effetto “profezia che si avvera”). Sono qui, più semplicemente, ad interrogarmi sulla curiosa diversità con le precedenti elezioni politiche: com’è che (sempre nel caso io ricordi bene) durante la campagna elettorale 2006 l’imparzialissimo Vespa non commissionò al fido Mannheimer un lavoretto simile? Com’è che – a fronte di un Prodi dato in nettissimo vantaggio da tutti i sondaggi eccetto quello fantomatico made in Usa vagheggiato dal Cavaliere – non assistevamo – introdotto dalle accattivanti note di “Via col vento” – all’irradiamento sistematico di numerosissime rilevazioni statistiche dei più autorevoli istituti di ricerca attestanti giorno dopo giorno, puntata di Porta a Porta dopo puntata, una sostanziale staticità degli orientamenti di voto, con Prodi in sistematico vantaggio e Berlusconi (a dispetto del suo imprecisato sondaggio) in sistematico ritardo?

Il fazioso centrosinistrorso che è in me risponde che ciò avveniva perché – in quel caso – l’effetto “profezia che si avvera” sarebbe stato sgradito al centrodestra. E perché conferire autorevolezza (mostrandoli sistematicamente) a sondaggi che Silvio dava per taroccati, avrebbe scalfito la tesi del Cavaliere, (s)qualificandolo agli occhi dei teleutenti come un bluffatore.

Ma sono certo che quel notaio super partes di Vespa saprà fornirmi una spiegazione ben più credibile (sempre che, lo scrivo ancora una volta, io non abbia dimenticato i puntualissimi sondaggi periodici di Porta a Porta 2006).

 

QUI la replica di Vespa e la risposta di Enzo (L'Unità 27/03/08)

"Sempre più in altoooooooo!"

 

 da L'Unità,  26 marzo 2008

 

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INDICE:

 

203) Porta a Porta e i sondaggi Via col vento NEW

 

202) La rava e la favola NEW

 

201) Neoacquisto tosto NEW

 

200) Consigli (non richiesti) a Veltroni NEW

 

199) Carlitalia

 

198) Statista stadista

 

197) Coliche elettorali

 

196) Tragicalcio

 

195) Il contratto e quel notaio distratto

 

194) Abusi e costumi

 

193) Inedito al Cibali

 

192) Lallallero

 

191) Posticipo poetico

 

190) Porta a porta e la memoria corta

 

189) Che cavaliere!

 

188) Malato terminal

 

187) Walter ego

 

186) Scorie d'oggi

 

185) Ira de Dios

 

184) Toponomistica

 

183) Fenomeno spottivo

 

182) Zero e mezzo

 

181) Capello tosato

 

181) Manon buttarti giù

 

180) Campione bidone

 

179) Libertà dall'intercettazione

 

178) Berlusconi, la Rai e il silenzio di Berti

 

177) Palla lunga e cellulare

 

176) Cavaliere di mare

 

175) Fabio Hair

 

174) Cuius regio eius prodigio

 

173) Fausto finale

 

172) Chi soffia sulla xenofobia

 

171) Prevedo nero

 

170) Lento soccorso

 

169) L'antidepressivo per il popolo

 

168) Fischietto bulgaro

 

167) Le mani libere

 

166) Cronista allarmista

 

165) Una moviola io vorrei

 

164) Il mantra di Silvio (...se lo dice la tv)

  

163) Senta un Bo

 

162) Fenomeno futuribile

 

161) Preghiera padano-ligure

 

160) I gol dell'Auditel

 

159) Toh, il pensionato torna protagonista al TG5

 

158) Niente di nuovo sotto l'Acquasola

 

157) Di padre in figlio

 

156) Epitaffio di un duro e puro

 

155) L'audace colpo del blogger Adinolfi

 

154) Io un mio leader ce l'ho: si chiama Flavia

 

153) Picconare stanca

 

152) Bua scozzese

 

151) Apocalypse in progress

 

150) Galliani mi perdoni

 

149) Reo confesso -day

 

148) Porno subito

  

147) Per un partito democritico

 

146) Crinaldo

 

145) Elegia del lavavetri

 

144) Quella particolare coincidenza

 

143) Calcio miracolo

 

142) Diario d'agosto

 

141) Chi va piano Valentino

 

140) Che bella RAI3 che non chiude per ferie

 

139) Torna a casa Musso

 

138) G8 "1 a 0"

 

137) Io, Gabriel e il fan(ciullino)

 

136) Sto affresco

 

135) Diaz Irae

 

134) G8 graffiti

 

133) Chiari di luna

 

132) Sorpresa in tv: è tornata l'informazione

 

131) Sceso in piazzetta

 

130) Metterci una piazza

 

129) Esentosse

 

128) L'Onnipotente

 

127) Senza Fine

 

126) Diritto di interessi

 

125) Come non verdetto

 

124) Cellularbitro

 

123) Mistero Oliveri

 

122) Moggi e domani

 

121) Andante Musso

 

120) Conciliato lieto

 

119) Mutu perpetuo

 

118) Burdisso da orbi

 

117) Cavalier pallonaro

 

116) Ma cos'è questa crisi?

 

115) Teletornelli cercasi

 

114) Vieta Antonio!

 

113) I PACS, l'ossessione omosex e l'astuto Vespa

 

112) Fenomeno espanso

 

111) Il masomister

 

110) Prode trainer

 

109) Lo zut zut salvato

 

108) Lega calcio

 

107) Arbitro invenduto?

 

106) Mister cortese

 

105) Gea sbendata

 

104) Caso clinico

 

103) FIFAlien

 

102) Merenguetudine

 

101) L'imperatore del cantiere

 

100) Coming late

 

I primi 99 semifreschi