I Semifreschi

(Enzo qua e là)

 

..Totò, Tanzi e la banda dello scanner

di Enzo Costa

 

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               Il patriota esterofilo che è in te ha una vitalità incredibile, anche nel mezzo di un disastro economico: dici “Parmalat” e sulle prime l’immane sciagura lo gonfia di orgoglio nazional-internazionalista: “D’accordo” ammette tra sé e sé “lo spettacolo è indecoroso, epperò” si consola con cosmopolitico compiacimento “siamo ad un’indecorosità da Grande Impero della Finanza, da Business Intercontinentale, da Mercato Globale!”. Insomma, truffa sì ma modello yankee e annesse province europee; crac contabile sì ma da Bibbia apocrifa del capitalismo mondiale, e via accostando il mega ammanco di Collecchio ai più rinomati scandali finanziari del pianeta, su tutti il maestoso Enron a stelle e strisce, giù giù a scalare mica troppo in basso nelle prominenti propaggini transalpine (Vivendi) e olandesi (Ahold). Ma basta un attimo, o meglio un dettaglio, e quella perversa vertigine da big think del falso in bilancio crolla miseramente: leggi nelle cronache economiche (o nere che dir si voglia) che il logo di un estratto conto oltremodo creativo è stato falsificato scannerizzando maldestramente un altro documento di una banca americana. Di più e di peggio: leggi anche che il testo di una lettera finanziaria è penosamente falsificato mediante un inglese “emilian-maccheronico”.

               Altro che colletti bianchi multinazionali del Crimine Finanziario, altro che menti raffinatissime della post-new economy del terzo millennio: qui siamo a un remake a colori e informatizzato (artigianalmente) della “Banda degli onesti”. Con Tanzi-Totò e top management-Peppino intenti a fabbricare grana in qualche polverosa cantina della bassa padana, tra fiaschi di lambrusco scolati a metà e forme di grana appese a stagionare.

Parmalat: seduta del consiglio di Amministrazione: Vigoleno sarà paradiso fiscale ?

Con quell’inglese “emilian-maccheronico” riferito dalle cronache economiche (o nere che dir si voglia) che evoca inevitabilmente un’altra memorabile performance del duo comico nostrano per antonomasia: la mitica lettera a due mani immortalata in “Totò, Peppino e la malafemmina”, irta di punti, due punti e punti e virgola. Come sarà mai, questo fantomatico inglese “emilian-maccheronico”? Pieno di avverbi pittoreschi, tipo “sorbolly” o “soccly”? Con “very well” rimpiazzato da un ruspante ma a suo modo eloquente “very vè”?

               Del resto, a pensarci bene, non è solo il fatto criminoso specifico a tratteggiare una scenetta da Italietta provinciale. E’ il fatto criminoso del falso in bilancio in genere scelleratamente depenalizzato dal governo del Bisunto del Signore a dipingere un paese in fase di arretramento, sgovernato da un indietro tutta all’insegna dell’eterna furbizia italiota. Lunedì sera, a “Ballarò”, il giudice in pensione Gerardo D’Ambrosio cercava di dirlo ricorrendo ad argomenti razionali, tecnico-giuridici. Ma il ministro in attività Carlo Giovanardi lo zittiva inviperito dandogli a casaccio del comiziante rosso: per modi, posture, toni, parole e dizione pareva una caricatura scaduta di Don Camillo-Fernandel. Appunto.

 

da l’Unità 24/12/2003

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INDICE:

 

4) Doppio Bob (19/1/2004)

3) Armi di distrazione di massa (2/1/2004)

2) Dizionario sragionato del 2003 (30/12/2003)

1) Totò, Tanzi e la banda dello scanner (24/12/2003)