CARO BERTI, TI (RI)SCRIVO....
di Enzo Costa
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Caro Dottor Berti, sabato 17 dicembre, dalle colonne di questo giornale, Le avevo indirizzato una lettera aperta con cui Le chiedevo se gentilmente poteva smentire (magari!) o confermare (purtroppo) una mia impressione di teleutente: quella cioè che il Presidente del Consiglio – ospitato il 13 dicembre nella Sua trasmissione “Batti e ribatti” – avesse fatto ricorso ad un gobbo elettronico, spacciando per dichiarazioni a braccio la lettura nascosta di un testo scritto. Mi era parso, insomma, che il Premier – oltre alla licenza di comiziare in libertà elevando inni al governo con corredo di buffi disegnini illustrativi e lanciando strali assortiti all’opposizione – avesse conseguito da Lei la facoltà di far finta di parlare all’impronta, così come gli dettava l’ispirazione del momento. Mentre in realtà stava sistematicamente sbirciando un discorsetto confezionato in precedenza, e posizionato nei pressi della telecamera, all’insaputa dei telespettatori. Una fiction bell’e buona, sempre che la mia impressione fosse fondata. La mia lettera aperta, caro Dottor Berti, era volta proprio a chiarirlo. Non escludevo che mi sbagliassi, o che peggio fossi fuorviato dalla ben nota malignità tipica di chi scrive sull’Unità. E confidavo che la Sua risposta avrebbe potuto diradare ogni mio dubbio, ogni mio cattivo pensiero. Ma – ahimè – la Sua risposta ad oggi non è pervenuta. L’unica è che si tratti di uno spiacevole disguido indipendente dalla Sua volontà e dipendente da un disservizio delle Poste, responsabili dello smarrimento della Sua sollecita missiva. Se è così, Le suggerisco di provare con un fax, o con un’e-mail. Al limite con un piccione viaggiatore, ma mi faccia sapere. Perché Lei – non avendo nulla da nascondere – ha tutto l’interesse a rispondermi: vero?
Saluti cordiali ENZO COSTA
La dettagliata replica del Dr. Berti
da L'Unità 21/12/2005 Tutti i diritti riservati
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